Si, Orazio per noi della della comunità camilliana di Acireale, tu sei stato un "SANTUARIO VIVENTE" dove tutti; Religiosi, suore, volontari, famiglia camilliana laica, giovani in formazione e in discernimento, superiori maggiori... ci recavamo. Con gioia, con piacere...non per "fare" i camilliani ma per incontrare un amico sincero, schietto, accogliente capace di trasmettere la gioia della vita nella sua vera essenza.
Come non ricordare il tuo tifo per la squadra del Milan; ogni partita era una grondante sudata per te: giocavi, tifavi, eri in campo con loro con le ovazioni da stadio che si sprigionavano da tutto il tuo corpo così "speciale", fino a farli sentire ai vicini.Quando qualche volontario o religioso partiva tu chiedevi di loro, Dario, Sefora e tanti altri...eri contento di sentirli al telefono, con le videochiamate o video messaggi, persino dall'Africa.
Caro Orazio ti diciamo semplicemente GRAZIE per tutto quello che sei stato per tutti noi,comunità camilliana, che insieme alla tua famiglia ci siamo sentiti un’unica famiglia.
Adesso, in cielo, si prendono cura di te i tuoi genitori, sopratutto la tua mamma che ho conosciuto: una donna piccola, minuta, col tempo incurvata, vestita di nero, che viveva da quando sei nato, solo per te, ed era sempre preoccupata del "dopo di lei" infatti spesso mi ripeteva: "Fratel Carlo, addummannu o Signuri ca iu a moriri u iornu dopu oraziu, iddu oggi io l' indomani" (Fratel Carlo io chiedo al Signore di morire il giorno dopo Orazio, lui oggi e io l' indomani).
Ammirando questa mamma si comprendono in profondità le parole di San Camillo che amava ripetere a noi suoi figli: "Assistere gli ammalati come una madre assiste il suo unico figlio infermo".
Da oggi Acireale è più povera e neanche lo sa. Conserverà le belle e monumentali chiese e basiliche, ma ha perso un grande "santuario vivente", Orazio Cocuccio!
A-DIO CARISSIMO ORAZIO
Fratel Carlo
Come non ricordare il tuo tifo per la squadra del Milan; ogni partita era una grondante sudata per te: giocavi, tifavi, eri in campo con loro con le ovazioni da stadio che si sprigionavano da tutto il tuo corpo così "speciale", fino a farli sentire ai vicini.Quando qualche volontario o religioso partiva tu chiedevi di loro, Dario, Sefora e tanti altri...eri contento di sentirli al telefono, con le videochiamate o video messaggi, persino dall'Africa.
Caro Orazio ti diciamo semplicemente GRAZIE per tutto quello che sei stato per tutti noi,comunità camilliana, che insieme alla tua famiglia ci siamo sentiti un’unica famiglia.
Adesso, in cielo, si prendono cura di te i tuoi genitori, sopratutto la tua mamma che ho conosciuto: una donna piccola, minuta, col tempo incurvata, vestita di nero, che viveva da quando sei nato, solo per te, ed era sempre preoccupata del "dopo di lei" infatti spesso mi ripeteva: "Fratel Carlo, addummannu o Signuri ca iu a moriri u iornu dopu oraziu, iddu oggi io l' indomani" (Fratel Carlo io chiedo al Signore di morire il giorno dopo Orazio, lui oggi e io l' indomani).
Ammirando questa mamma si comprendono in profondità le parole di San Camillo che amava ripetere a noi suoi figli: "Assistere gli ammalati come una madre assiste il suo unico figlio infermo".
Da oggi Acireale è più povera e neanche lo sa. Conserverà le belle e monumentali chiese e basiliche, ma ha perso un grande "santuario vivente", Orazio Cocuccio!
A-DIO CARISSIMO ORAZIO
Fratel Carlo