Camilliani e Regione: accordo ok. L’ospedale pronto per i No Covid!

La Regione interviene con celerità e accoglie l’appello del presidio ospedaliero S.Maria della Pietà di Casoria gestito dai religiosi Camilliani: la struttura metterà a disposizione i suoi 115 posti letto per ospitare degenti attualmente ricoverati presso le strutture pubbliche o accolti quotidianamente presso i servizi di triage dei pronto soccorso e che necessitano di prestazioni di tipo urgente e/o ordinario ovvero di elezione/programmate medico chirurgiche. Questo consentirà di rendere liberi e disponibili nei presidi ospedalieri pubblici i posti letto per una riconversione e riorganizzazione a favore di quelli a maggiore complessità per accogliere i pazienti affetti da Covid19. L’accordo prevede, perdurando l’emergenza, di trasferire i pazienti no covid presso gli ospedali religiosi classificati, garantendo quindi la possibilità di assistenza, senza impattare sul bisogno di salute dei cittadini.  “E’ un risultato importante che garantisce stabilità ma che riconosce pure il lavoro importante che la struttura quotidianamente svolge sul territorio con l’impegno e la professionalità di tutto il suo personale – dice fratel Carlo Mangione, Direttore generale del presidio casoriano che ha sancito l’accordo in Regione con il Direttore generale della Tutela della Salute, avvocato Antonio Postiglione. Presente il vicepresidente del consiglio regionale, Tommaso Casillo. La struttura dei Camilliani ha reparti di Oncologia, Chirurgia generale e mininvasiva, Gastroenterologia, Cardiologia, Medicina interna, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Urologia e Pneumologia oltre ai servizi di Diagnostica per immagini e Laboratorio di Patologia clinica. Il Presidio è già inserito nella rete oncologica per la chirurgia dei tumori del colon e della prostata oltre ad avere casistiche importanti anche nel trattamento di altre patologie tumorali, tra cui stomaco, rene e retto. Inoltre, l’ospedale è in grado di offrire pure diagnosi e terapia per le epatopatie croniche e le complicanze della malattia cirrotica (termoablazioni, biopsie epatiche su lesioni focali e non, ecografia con mdc etc.); trattamento delle bradiaritmie che necessitano di impianto di stimolatore cardiaco temporaneo o permanente e delle tachiaritmie minacciose per la vita che necessitano di trattamento ablativo (tachicardie ventricolari) o di impianto di defibrillatore (tachicardie ventricolari polimorfe/fibrillazione ventricolare) e terapie non farmacologiche per lo scompenso cardiaco. 
FONTE: Il Mattino

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