Fratel Vincenzo Codella, 100 anni di Amore - Messaggio del Superiore Provinciale

Carissimi Confratelli,

come sappiamo il tempo ci è donato da Dio come occasione per compiere il bene facendo nostri i sentimenti e gli atteggiamenti di Gesù. E sappiamo che il tempo è un bene prezioso per il quale sempre dobbiamo ringraziare il Signore nostro Gesù Cristo il quale è il padrone del tempo.

Nei prossimi giorni la gratitudine a Dio si arricchisce di un motivo ulteriore che riguarda proprio la dimensione temporale. Martedì 10 agosto 2021 compie 100 anni fratel Vincenzo Codella, Religioso fratello Camilliano, decano della nostra Provincia camilliana del Sud Italia e anche dell’Ordine.

Per tutti quelli che lo conoscono da lungo o da breve tempo è il piccolo fratel Vincenzino, il fratello che, sulle orme di san Camillo, seguendo come modello unico il Buon Samaritano, si è fatto suo testimone per vivere e confermare nel servizio il vero dono della Carità. Fratello dal cuore missionario. Sì, missionario, pur non andando in missione il suo cuore era un “roveto ardente che bruciava e non si consumava” (cfr. Es 3, 2) per la terra del Benin, si frantumava come chicco di grano sotto la macina, per cercare di alleviare il grido dei bambini e del Seminario con la raccolta di fondi attraverso medagliette e anelli del santo Rosario tra le corsie degli Ospedali, dove svolgeva il servizio per gli ammalati, ottenendo piccole offerte. Uomo autentico e originale, incarna oggi per noi “l’Homo Vivens, Gloria Dei” (sant’Ireneo).

Essenziale nella sua vita è stata la donazione totale di sé, necessaria per andare incontro ai poveri e ai malati e scoprire che non siamo noi che amiamo Dio ma che è Dio che ama noi. Questa è stata e continua a essere la sua vita, una vita profumata di gioia, la gioia di essere uomo, cristiano, fratello camilliano. Una gioia che fratel Vincenzo ha voluto esprimere al servizio della comunità, della Provincia e dell’Ordine. Dall’ultimo video trasmesso su WhatsApp possiamo notare con la sua semplicità che la gioia non ha età perché Dio ha bisogno dell’uomo per trasmettere nel mondo la sua tenerezza, ha bisogno del vuoto, dei limiti e dell’impotenza dell’uomo perché possa essere accolta e perché l’uomo sentendosi amato si lasci trasformare diventando capace di rinascere e di amare. 

Quello che ognuno di noi è chiamato a fare è creare nel Silenzio e nell’Ascolto le condizioni per accoglierlo. Occorre svuotarci per fargli spazio e liberarci del nostro ego per alleggerirci. Ogni volta che ci ripuliamo dai bisogni legati al nostro “Io” e al nostro orgoglio, Dio viene a noi e viviamo la Gioia sperimentando la Forza della debolezza. Infatti, « Quando sono debole è allora che sono forte » (2Cor 12,10).

Oggi con grande gioia e gratitudine vedo che per tutta la sua vita, senza tradire e senza tradirsi, ha vissuto e continua incessantemente a vivere l’unica missione umana a cui, in libertà, tutti siamo chiamati a rispondere: coltivare l’Amicizia con l’Amico che ci invita alla responsabilità della costruzione del Regno “qui ed ora” per accordare tutte le nostre relazioni.

Fratel Vincenzo anche in pieno inverno non chiude mai le persiane o gli scurini della finestra del suo cuore. Come vera sentinella del mattino, si alza prima dell’alba per non perdere mai il trionfo della vita sulla morte affermando con un sorriso ironico “Ora a chi tocca” quando un confratello tornava alla Casa del Padre.

Ci piace condividere con gli amici il suo messaggio-testimonianza che ha scritto con la vita e sentiamo in piena sintonia con il lavoro di essere a servizio degli ultimi e coerente con la speranza, di rafforzare il nostro comune impegno nel cammino di prossimità per la trasformazione di questo mondo che cambia, in un mondo più “umano e da umano in cristiano” (San Paolo VI).

Probabilmente è questo il regalo più bello che una persona come fratel Vincenzo possa ricevere all’alba dei suoi 100 anni: vedere segni di speranza, di novità, di cambiamento soprattutto nei giovani che lo hanno conosciuto ed amato. Speranza e cambiamento espressi in termini di sentimento di responsabilità gli uni verso gli altri, di unione e di attivismo sociale per essere combattenti per il Regno dei cieli, per essere attivi e protagonisti nella comunità sociale nella quale viviamo.

Grazie, o Signore per il dono di Fratel Vincenzo e dei suoi primi 100 anni di AMORE e per tutti gli amici, che anche grazie a lui continui a farci incontrare e con i quali vogliamo per sempre cantare inni di lode a TE.

Colgo l’occasione di invocare la potenza dello Spirito santo su queste 100 candeline e vi abbraccio fraternamente e chiedo la vostra benedizione e preghiera.

Il Superiore Provinciale

Padre Rosario Mauriello M.I.



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