Visita pastorale di Fratel Carlo Mangione superiore provinciale dei camilliani del Sud Italia

 

Il Superiore Provinciale Fratel Carlo Mangione con i consiglieri provinciali

“Il Signore ha visitato e redento il suo popolo”

Assemblea provinciale in preparazione alla Visita Pastorale

26 Ottobre 2023

             “Il Signore ha visitato e redento il suo popolo”: carissimi confratelli, il titolo di questa assemblea provinciale - la terza, dall’inizio del mio mandato e propedeutica alla prossima visita pastorale  - evidenzia la peculiarità del suo contenuto, quello dell’accoglienza del Signore che viene a visitare e a salvare, e contemporaneamente  mira a dare continuità ad un programma avviato il 29 giugno 2022, con il primo raduno nominato, “Tracce programmatiche del triennio” e poi proseguito con “La correzione fraterna”, l’adunanza del 16 settembre 2022.

            La visita va vissuta come un momento di grazia assumendo, tutti, il giusto atteggiamento. Essa, infatti, può rappresentare il segno del passaggio e della prossimità del Signore tra i suoi figli e tra i fratelli. Il Signore che ci ha chiamato, è lo stesso che in questo momento ci raduna, che ci visita perché vuole continuare ad educarci, a renderci migliori affinchè possiamo realizzare il Suo progetto d’ amore. Se viviamo come Lui ci vuole, a livello personale e comunitario, potremmo constatare come veramente il Signore viene a visitarci.

            Alle assemblee i confratelli hanno sempre partecipato in maniera numerosa, desiderosi, di riflettere e condividere alcune tematiche vitali della nostra vita. Non a caso le adunanze vogliono dare ampio spazio a quello che è il desiderio comune;  Mi piace ricordare quanto è contenuto sul piano strategico dell’ Ordine riguardo le visite pastorali. “favorire un dialogo aperto e franco attraverso anche la condivisione di opinioni e esperienze dei religiosi riguardo la vita comunitaria ma creare pure un ambiente di ascolto attivo, dove i membri della provincia si sentono liberi di esprimere le loro preoccupazioni, le loro sfide e le loro idee per migliorare la dimensione comunitaria del ministero”. Senza trascurare il dopo, dove è utile “offrire un sostegno continuo alle comunità per implementare le raccomandazioni e le riflessioni sull’importanza della dimensione comunitaria e del ministero con incontri di follow-up, risorse di formazione aggiuntive o l’organizzazione di scambi tra le comunità per condividere buone pratiche e incoraggiamento reciproco”.

            La presenza del superiore generale P. Pedro e del consultore P. Medar, che ringrazio di vero cuore, questa volta, rende questa assemblea veramente “speciale”. Entrambi sono per noi un segno tangibile di comunione fraterna, esprimono l’Ordine, come un corpo unico, a cui tutti apparteniamo. E’ bello, infatti, saperci fratelli, riconoscere che altri uomini come noi, nei quattro continenti, vivono la gioia della chiamata alla carità nel nome di Gesù e di San Camillo. E ci fortifica pure la consapevolezza che non siamo soli e che, nelle inevitabili difficoltà della vita, ci sono tanti che vivono con noi e come noi. La benedizione, poi, della casa di noviziato da parte di P. Pedro è l’impronta ulteriore della sua attenzione e della sua vicinanza. Questi gesti riscaldano il cuore, ci incoraggiano e ci fanno piacere.

       A proposito dell’elevazione canonica a casa del noviziato della comunità del Divino Amore, grande è la nostra gioia anche perché apre subito alla grande, con la presenza di due giovani, Enzo e Saverio, che con la guida del Maestro P. Giampier, di P. Rosario e P. Antonio e di altri confratelli che si alterneranno, vivranno quest’anno speciale di discernimento vocazionale che li preparerà, a Dio piacendo, alla consacrazione religiosa camilliana.

       Un motivo ulteriore di gioia è per la consacrazione solenne di fr. Mariano e di fr. Salvatore, avvenuta di recente, e i tre professi temporanei, che entrano nel quarto anno del loro percorso. In più, quest’anno ad Acireale ci saranno quattro postulanti.        Un fermento vocazionale, quello in essere, per il quale dobbiamo ulteriormente rendere grazie al Signore, che nonostante i nostri limiti, continua a chiamare nuovi giovani, avvicinandoli alla nostra provincia e al carisma della misericordia verso i malati e i sofferenti.

       Questo percorso, se da una parte ci rende fieri del lavoro svolto nello stesso tempo ci riveste di responsabilità. Accogliendo e accompagnando questi giovani nel nuovo cammino di vita, infatti, più pesante ricade su noi tutti la responsabilità di come concretamente manifestiamo il carisma di San Camillo: loro ci guardano come modelli e da noi si aspettano testimonianza autentica del Vangelo e coerenza di vita. 

       Anche per questo, mi sembra la migliore opportunità possibile, quella di oggi, per manifestare il mio grande e sincero grazie a quanti sono impegnati nell’animazione vocazionale e nella formazione. E’ un settore affascinante ed entusiasmante, pur con tutte le fatiche e problematiche connesse; niente, però, può sostituire la dimensione generativa, che porta con sé vita, entusiasmo e gioia.  Grazie a quanti sono impegnati in questo lavoro. Sentitevi accompagnati dalla stima, dall’ affetto e dalla preghiera di tutti i confratelli della provincia, a cui aggiungo la mia personale gratitudine per ciascuno di voi.

       Quest’assemblea provinciale, come accennavo in apertura, apre ufficialmente la visita pastorale in Provincia che ci vedrà impegnati, dal mese di novembre 2023 fino a febbraio 2024. E’ opportuno sottolineare che essa è prevista dal codice di diritto canonico, al numero 628 par. 1 che così recita: “I superiori designati a tale incarico dal diritto proprio dell’ Istituto visitino con la frequenza stabilita le case e i religiosi loro affidati, attenendosi alle norme dello stesso diritto proprio”; e dalla nostra Costituzione, al numero 106, che riporta : “… Il superiore provinciale durante il tempo del suo mandato ha l’ obbligo di compiere la visita pastorale personalmente … può servirsi dei propri consiglieri…”.

       L’ articolo 110 delle Disposizioni Generali ricorda, invece, che: “ Il visitatore ascolti tutti i religiosi, uno ad uno. In questo colloquio personale cerchi di conoscere se nella comunità vige la vita comune, lo spirito di carità fraterna, l’attaccamento al nostro Ordine, al fine di promuovere la vita religiosa e apostolica”.

       Queste norme non devono essere viste con animo legalista, ma come linee guida, che, ben comprese e interpretate, diventano per ciascuno di noi occasione di arricchimento umano e spirituale, di crescita sia per le persone che per le realtà affidate. E’ chiaro, quindi, lo  scopo della visita che mira al raggiungimento e al mantenimento del benessere umano, spirituale e carismatico dei singoli religiosi e delle comunità. Comunque, per meglio vivere tutto questo e intendere il governo della provincia in modo sempre più collegiale, ho pensato di farmi accompagnare nelle diverse comunità, a turno, dai consiglieri.

       Negli anni pre-conciliari anche il nome, “visita canonica”, metteva l’accento sugli aspetti burocratici, legali e canonici. Addirittura in alcuni istituti era il momento della comunicazione dei trasferimenti. Oggi invece si tratta di recuperare il senso e il significato più profondo della visita pastorale, vissuta come momento di verifica del proprio cammino.  E’ l’occasione, infatti, per ciascuno di dimostrare sempre più fedeltà a Dio e all’uomo sofferente rispondendo, in questo, sul modello di San Camillo, alla chiamata del Signore che ognuno di noi ha scelto di servire con il proprio amore e l’ offerta della vita.

      Non vi nascondo che avverto due pericoli con l’approssimarsi della visita pastorale: il primo è quello di chi pensa che essa possa rappresentare l’occasione propizia per affrontare e risolvere tutti i problemi personali e delle comunità locali e forse anche quelli della provincia; l’altro pericolo, all’opposto, è quello di pensare che niente cambierà: “Se ne sono fatte tante di visite pastorali, mai niente é cambiato e niente cambierà”, la frase è un intercalare che spesso, e non di rado, si incunea nei pensieri e nella bocca di qualcuno di noi. Entrambi questi atteggiamenti inducono a riportare il tutto ad una visione molto miope e fallimentare della visita ... e, lasciatemelo dire, con tutta sincerità, ad un’autentica perdita di tempo e di energie per tutti: per chi la compie e chi la riceve.

       Premesso che siamo consapevoli che non siamo una cooperativa o una società per…azioni, buone e/o caritatevoli, né tanto meno una comitiva di simpaticoni - magari con qualche antipatico o insopportabile tra di noi - è a tutti chiaro che siamo stati chiamati e consacrati, ad uno ad uno, per vivere in comune!  E la comunità e il ministero sono i luoghi più naturali dove ogni chiamata cresce e matura.

        Proprio nella Comunità si concretizza poi quel progetto di santità pensato dal Signore per noi. Si, siamo nella vita religiosa per diventare santi. Non è male ogni tanto ricordarcelo a vicenda; forse ci viene più facile predicarlo da un ambone o nei colloqui spirituali agli altri piuttosto che ricordarcelo fraternamente. E questo potrebbe rappresentare una criticità! Mi piace offrirvi, a tal proposito, l’immagine del lavoro spirituale che siamo chiamati a fare in noi stessi, con quanto San Bernardo dice riguardo la differenza tra serbatoio e condotto.

       Egli affermava: “Mentre il condotto scarica tutte le sue acque non appena le riceve, il serbatoio attende sino a quando è pieno fino all’orlo, e dà solo ciò che gli è supefluo, ciò che può dare via senza impoverirsi. Sono tanti che vogliono dare prima di aver ricevuto. A loro piace più parlare che ascoltare. Prendono l’ iniziativa d’ insegnare ciò che non hanno imparato. Benchè incapaci di governare se stessi, essi si accingono a guidare gli altri...quando questo accade, continua San Bernardo, vi è il rischio che la carità si perda nella ricerca della consolazione, si smarrisca sotto il peso della paura, perda la pace cadendo nella tristezza, venga diminuita dall’ avidità, distratta dall’ambizione...”. Forse dobbiamo impegnarci un po' di più a praticare quello che predichiamo!

       La visita, quindi, è l’occasione che ci viene offerta per operare un rinnovamento personale e comunitario, guardando insieme ed esaminando le necessità, i limiti e le sfide; e non può finire senza risultare un grande incoraggiamento alla fedeltà creativa, dinamica e gioiosa di ciascuno dei confratelli e dell’intera comunità. E, se per realizzare tutto questo, sono necessari dei piccoli “aggiustamenti”, insieme, pregheremo, rifletteremo, dialogheremo e faremo discernimento sulle cose da migliorare, da correggere, da evitare.

       Se crediamo, infatti, che è il Signore che passa, sappiamo anche, per averlo già sperimentato, che Lui viene sempre come padre che incoraggia, che vuole preservarci dai quotidiani rischi, dall’appiattimento routinario, dalle prevaricazioni, dalle possessività, dall’individualismo, dall’ attaccamento patologico ai soldi, ai ruoli e agli abusi, dall’uniformazione della nostra vita, personale e comunitaria, con il rischio di renderla banale, mediocre e triste. Sono anche queste, cari fratelli, e lo sappiamo benissimo, le caratteristiche del cuore dell’uomo, mescolate insieme a quelle della generosità, dell’entusiasmo, dello zelo e della gioia della chiamata.

       La visita pastorale, in ultima analisi, è un momento comunitario finalizzato al dialogo personale, al rispetto dei ruoli e al confronto comunitario, per la ricerca della verità sul nostro cammino spirituale e su quello della comunità tutta e sul servizio apostolico che siamo chiamati a svolgere, riconoscendo e accogliendo i doni che lo Spirito Santo fa ad ognuno, disciplinati dalla diaconia alla comunità. Poiché Dio non è il Dio del disordine e del malcontento, i doni di ciascuno devono necessariamente portare frutti di gioia e di pace a tutti i fratelli della comunità locale e provinciale. La carità, infatti, o pervade tutto l’agire della persona o non c’è. Se i doni di ognuno non producono questi frutti, allora bisogna saper riconoscere da quale spirito veramente sono generati.

            Prima di concludere è opportuno, a questo punto, focalizzare alcuni obiettivi della visita pastorale:

A.     La Costituzione

 

· La verifica, ha come obbiettivo di riscontrare la conformità della nostra vita personale e comunitaria alla Costituzione e alle disposizioni generali dell’Ordine. Quella che una volta era la REGOLA ora si chiama Costituzione, la bussola cioè della nostra vita e del nostro ministero. Se leggiamo la formula della professione religiosa, dice che ci consacriamo a Lui secondo le costituzioni e le disposizioni dei Ministri degli Infermi. Ecco i binari sui quali dobbiamo viaggiare per la nostra santificazione!

  Il rispetto della Costituzione non deve essere considerato un’ossessiva e stretta osservanza di norme e discipline ma il punto comune dove tutto inizia e tutto converge, il fulcro che elimina pericolosi personalismi basati sulla sensibilità e umori del singolo e del momento. In questo, siamo molto fortunati perché la nostra Costituzione ha una ricchezza teologica e pastorale molto profonda, scevra da quel  legalismo dei codici, che soffoca e spegne lo Spirito.

       Impegnarsi a lavorare sull’aspetto interiore e personale è fondamentale per custodire o recuperare la coesione o la ri-coesione della comunità e nel contempo creare le condizioni affinchè ognuno si senta libero e gioioso di corrispondere alla vocazione ricevuta da Dio. Nella comunità ognuno deve poter stare bene!

 

B.     Progetto dell’Ordine

 

·  La visita pastorale sarà un’occasione preziosa per conoscere il progetto strategico sul quale la Consulta Generale sta lavorando per tutto l’Ordine. Avremo modo di approfondirlo nelle singole comunità. L’ adesione ad un progetto comunitario è il segno chiaro di un cammino comune che porta ad aderire con più certezza a ciò che il Signore ha pensato e progettato per noi.  Aderire con il cuore ad un progetto comunitario significa unirsi concretamente alla Sequela Cristi interpretata da un carisma fondazionale dove San Camillo è stato strumento privilegiato di Dio. Camillo, nostro padre e modello nella vocazione di servizio ai malati e ai sofferenti. E oggi il camminare nel carisma e la verifica di tutto questo va fatta con gli strumenti che la Costituzione, le disposizioni generali, i documenti e il cammino dell’Ordine ci offrono.

 

C.     Camminare con la Chiesa locale

 

·  La visita pastorale non è rinchiusa solo all’ interno della comunità o della vita dell’Ordine ma apre lo sguardo alla chiesa locale come esperienza di comunione ecclesiale. C’ è un soggetto unico dentro il quale ci ritroviamo tutti ed è la Chiesa. Più cresce la coscienza ecclesiale di ognuno di noi più ci sentiremo unico popolo raccolto intorno alla legge della carità. E noi, nella chiesa, testimoniamo l’amore tutto preferenziale di Gesù per i malati e i più deboli. L’incontro avuto, all’ inizio del mandato, con ogni singolo Vescovo delle diocesi territoriali dove sono inserite  le nostre comunità aveva appunto questo significato: camminare con la chiesa locale ed essere presenza squisitamente camilliana, riconosciuta come tale in ogni diocesi. Con soddisfazione mi sento di dire che i Vescovi ci riconoscono per il nostro carisma e la nostra missione.

 

D.    Scelta preferenziale degli Ultimi

 

·  La nostra Costituzione al numero 51 ci ricorda: “Il nostro Ordine dedica di preferenza le proprie attività agli infermi più poveri e abbandonati.”  Quest’ articolo ci invita a porre un’attenzione specifica e particolare sugli ultimi, coloro che nella vita restano indietro, per tanti motivi. Per questi fratelli dobbiamo avere amore e predilezione che devono trovare spazio con iniziative concrete in ogni espressione ministeriale delle nostre comunità. Vi invito a riflettere su cosa possiamo fare per dare risposte ai fratelli troppo spesso e ingiustamente dimenticati.

E.  Tematiche da condividere a livello personale e comunitario

*            La vita della comunità alla luce della Costituzione: ciò che si vive corrisponde a ciò che si dovrebbe vivere?

*            La fraternità nella vita della comunità: quali sfide e traguardi vogliamo raggiungere?

*            Qualificare la vita attraverso la preghiera arricchita con momenti di formazione permanente in comunità e in provincia

*            Ruoli e compiti dei singoli nella propria comunità

*            Il grado di libertà interiore che si sperimenta in comunità, con i confratelli e i superiori.

*            Vita apostolica della comunità: sfide, bellezza e traguardi.

*            Dimensione vocazionale della comunità: cosa si fa e cosa si potrebbe fare ancora meglio.

*            Idee e suggerimenti per i giovani in formazione e i formatori.

*            Sguardo sulla Provincia: consiglio, segretariati e commissioni. Idee e suggerimenti

*            In cammino verso i 450 anni dell’Anno giubilare della conversione: cosa poter realizzare nella comunità locali e in provincia (2 Febbraio – 8 Dicembre 2025)

 

F.  Modalità di svolgimento della visita

*            Liturgia della parola e introduzione del superiore provinciale.

*            Colloqui personali con ogni religioso. Il superiore per ultimo.

*        Incontro con i laici: Fedeli, Fcl, volontari, dipendenti delle nostre opere, monasteri di   clausura. Invito i superiori ad organizzare e predisporre per tempo gli incontri.

*            Incontro comunitario con I religiosi.

*            Verifica del progetto comunitario.

*            Visita ai confratelli defunti e momento di preghiera al cimitero.

*            Concelebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal consigliere   accompagnatore.

 

G.  Libri e documenti da preparare

*            Registro dei religiosi

*            Registro delle Sante Messe

*            Libro delle cronache

*            Libro dei capitoli locali e consigli di famiglia

*            Progetto comunitario

* Relazioni economiche: preventivo 2023 e I consuntivi trimestrali                                        (1°, 2°, e 3° Trimestre 2023)

       Potete far trovare questi documenti nella stanza del consigliere provinciale che mi accompagnerà.

  Ricordo, infine l’articolo 108 delle Disposizioni Generali: “Per tutto il tempo della visita pastorale rimane sospesa la giurisdizione dei superiori delle case nelle quali ha luogo la visita”.

       Ci lasciamo, ora, a conclusione di questa giornata, con una riflessione di S. Agostino sulla ginnastica del desiderio. “ La nostra vita è una ginnastica del desiderio. Il santo desiderio sarà tanto più efficace quanto più strapperemo la radice della vanità ai nostri desideri. Già abbiamo detto altre volte che per essere riempiti bisogna prima svuotarsi. Tu devi essere riempito del bene, e quindi devi liberarti dal male. Supponi che Dio voglia riempirti di miele. Se sei pieno di aceto, dove metterai il miele? Bisogna liberare il vaso da quello che conteneva, anzi occorre pulirlo. Bisogna pulirlo magari con fatica e impegno, se occorre, perche sia idoneo a ricevere qualche cosa. Quando diciamo miele, oro, vino ecc...non facciamo che riferirci a quell’ unica realtà che vogliamo enunciare, ma che è indefinibile. Questa realtà si chiama Dio”. (Trattato 4; PL35, 2008 - 2009)

       Confratelli carissimi, ho cercato di preparare questa traccia con alcuni suggerimenti concreti che ci possono aiutare allo svolgimento della visita pastorale. Si tratta certamente di contributi e strategie umane che vanno necessariamente accompagnati dalla preghiera allo Spirito Santo, che diventa luce e guida per ognuno di noi, per il cammino della provincia e delle singole comunità e, perché no, anche per le nostre relazioni interpersonali.

       La Vergine Maria, ricordata e amata in modo particolare in questo mese di ottobre, ci assista e ci accompagni in questo cammino.

  San Camillo, padre della nostra vocazione, ci infiammi del suo amore al Signore realmente presente nei malati, nei poveri e nei sofferenti e ci faccia dono della sua sana inquietudine, per poter fare sempre di più e sempre meglio, per la gloria di Dio e per il bene dei nostri fratelli.

  Le sue Mille benedizioni, donate a noi sul letto di morte,  raggiungano le pieghe del nostro cuore e della nostra mente, per essere sempre più figli suoi, fedeli, sereni, gioiosi e orgogliosi di rappresentarlo, a distanza di quattro secoli.

Buon proseguimento del cammino!

Fratel Carlo Mangione

Superiore Provinciale

 

P.S. Si invita ogni superiore locale a presentare, almeno una settimana prima della visita nella propria comunità, la bozza del programma con i vari appuntamenti. La visita avrà inizio il giovedì pomeriggio e si conclude la domenica con il pranzo. E’ nostro desiderio pernottare nelle comunità. E’ bello coinvolgere i confratelli della comunità nella stesura del programma.



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